Solvitur ambulando

percorsi e soluzioni

camminate nordiche

Lascia un commento

mucca

incontri surreali durante le camminate nordiche

Camminata Nordica è normalmente la traduzione di Nordic Walking, una pratica nata più al nord del nord in cui vivo e poi lentamente diffusasi anche qui. Confesso che anch’io ho guardato inizialmente con sospetto quelle comitive in fila indiana, istruttore in testa, che sfilavano anche nei centri urbani in una specie di marcia, con un movimento apparentemente sincronico, forse anche coordinato, ticchettando i loro bastoncini sull’asfalto.

Sì perché, per la camminata nordica si usano i bastoncini. Assomigliano a quelli da trekking, ma sono più leggeri, sembrano parenti di quelli per lo sci da fondo, ma sono più corti. Ce ne sono di telescopici o di lunghezze fisse, con o senza manopole, le quali, raffinatezza sposata alla comodità, possono avere perfino lo sgancio rapido. Per chi non vuole ticchettare sull’asfalto, i bastoncini hanno anche i tappi.

Il movimento delle braccia con i bastoncini va coordinato in alternanza con quello delle gambe. E’ una cosa naturale e ai bambini viene spontanea. Ai bambini, appunto. Ai grandi invece, le prime volte viene un po’ il nervoso e la voglia di lasciarli a casa, i bastoncini e magari di inventare una scusa per stare a casa anche loro. Ho visto gente inciampare su di essi per eccesso di concentrazione perché nel frattempo l’istruttore ci faceva notare che stavamo andando in ambio e non andava bene. Dubitavo che in ambio fosse un’espressione che appartiene alla lingua italiana e sono andata a controllare. Invece esiste e significa che si sta andando avanti (o indietro) sia con le braccia che con le gambe, anzichè alternarle.

Gambe e braccia opposte si alternano ritmicamente, oscillando in avanti e all’indietro. È importante imparare correttamente ritmo e cadenza del Nordic Walking fin dall’inizio, se si vogliono avere dei risultati. L’elenco dei benefici va dal maggior consumo di energia, all’aumento della resistenza dei muscoli, dal maggiore equilibrio alla riduzione degli sforzi sulla struttura ossea. Sì perché sono coinvolti gruppi muscolari del torace, dorsali, tricipiti, bicipiti, spalle, addominali e spinali, assenti nella normale camminata.

E’ stata Oriella, una mia amica super sportiva, insegnante di educazione fisica e, istruttrice di Nordic a iniziarmi a questa pratica, qualche mese fa, dopo la convalescenza. Mi ha spiegato la cosa con pazienza e passione tali che era difficile opporre resistenze di qualche tipo. Oltretutto, a parte i bastoncini, qualche decina di euro, è uno sport a costo zero. Mi ha detto che senza accorgersene, un po’ alla volta si usa tutto il corpo e che in questo modo l’essere umano civilizzato e spesso stressato, che si è dimenticato di avere molti altri muscoli in giro, recupera una sorta di quadrupedia benefica riducendo e prevenendo tanti acciacchi che le cattive posture sedentarie producono.

Insomma, mi ha convinta e ho cominciato ad apprendere questa nuova grammatica del camminare, mimando la sua andatura, armoniosa, perfetta. Già dopo un paio di volte ho osservato che il corpo aveva memorizzato l’automatismo. Nei giorni seguenti invece di avere male alle gambe registravo un indolenzimento delle spalle, segno che li stavo muovendo quei muscoli silenziosi che altrimenti non danno segno della loro esistenza.

I tappi li mettevo in tasca, perché tutte le adunanze nordiche di questi mesi le abbiamo fatte per i boschi e le vecchie contrade dei nostri monti. Anche i pensieri, un passo dopo l’altro, finivano in tasca. Ancora una volta il camminare, ora con questa nuova declinazione, calmava la mia mente. Quando Oriella diceva che dietro a questa pratica c’è tutta una filosofia di vita che coinvolge l’intera persona mi sembrava che esagerasse, ma poi tornavo a casa e avevo più energia di quando ero uscita. La stanchezza conseguente al movimento se ne andava con la doccia e mi rimaneva la sua parte sana, come viatico al sonno.

Quando ho saputo di essere stata selezionata per la Milano- Venezia Slow, Oriella si è mostrata entusiasta che intraprendessi questa ennesima esperienza del camminare ed è stata la prima a fare il tifo per me. Le dedico questo percorso, con un pensiero al suo, perché sappia che anch’io faccio il tifo per lei.

Autore: mariagraziadalpra

La gioia di scrivere, il potere di perpetuare. La vendetta di una mano mortale. Wislawa Szymborska

Lascia un commento